La produzione della ceramica
A sinistra: grande ciotola carenata con ansa sopraelevata e vasca decorata internamente con un motivo a croce, Bronzo Medio III (1450 - 1440 a.C.). A destra: riproduzione effettuata con i metodi dell’archeologia sperimentale
Fase iniziale della costruzione di una fornace per ceramica. La ricostruzione è stata effettuata prendendo a confronto una fornace dell'Età del Bronzo della terramara di Basilicanova (Parma)
Fase finale della costruzione della fornace. La struttura è composta da una camera di combustione circolare a cupola realizzata in terra argillosa impastata con fibre vegetali, munita di un’imboccatura frontale da un camino retrostante per favorire e controllare il flusso d’aria
La realizzazione della forma costituisce uno dei momenti cruciali nella fabbricazione dei vasi, sia per la difficoltà dell’operazione, sia perché richiede tempi piuttosto lunghi. La tecnica a stampo prevede l’utilizzo di un supporto concavo su cui si adagia e si fa aderire una sfoglia di impasto. Per la realizzazione delle pareti si utilizza la tecnica a cercine sovrapponendo in successione una serie di cordoli o fasce di impasto
Una volta ultimata la forma si aggiungono le prese e le anse che nel caso della ceramica delle terramare risultano spesso particolarmente elaborate
L’aspetto di lucentezza della superficie di molti vasi delle terremare, in particolare di quelli destinati alla mensa, è ottenuto con una prolungata lisciatura e steccatura che orienta le particelle di argilla in modo uniforme, realizzata con stecche in corno e lisciatoi in pietra. Le decorazioni e le rifiniture delle superfici devono essere fatte quando l’argilla raggiunge la “consistenza cuoio” cioè né troppo morbida né troppo dura
Ricostruzione di un grande dolio: fase della lucidatura. Il modello originale è datato intorno al XIII secolo a.C.
La cottura dei vasi avviene solo dopo un ulteriore periodo di essiccamento, la cui durata dipende dalla dimensione del vaso e dalle condizioni atmosferiche. Una volta perfettamente essiccati i vasi sono cotti nelle due fornaci ricostruite all’interno del Museo all’aperto. La fornace più grande è stata utilizzata per cuocere i vasi di dimensioni maggiori come i dolii